27 novembre (f.o. - fuori ospedale)

L'amore lo metti dove puoi, e lui fiorisce dove vuole.

Questa è la frase che mi ha scritto Laura a proposito del possibile raduno del gruppo whatsapp di mio sostegno in questo periodo, il mitico "50 sfumature di giallo".

Siamo rimasti tutti un po' stupiti del fatto che si potesse generare tanto affetto e vicinanza,  nonostante molti non si conoscano.

Devo dire che senza questo gruppo e senza le persone che mi sono accanto, questa esperienza di malattia sarebbe decisamente più dura.
Non posso nemmeno immaginarla.
E invece in questo mese, mi sono sentita sola solo 2 volte: una mentre facevo la tac con gli infermieri e medici "asettici", ed una mentre i medici mi stavano dicendo che forse sta cosa mi lascerà un'eredità per tutta la vita. In quel momento ho pianto e quello non me lo poteva consolare nessuno.
Era un pianto di rabbia e poi di accettazione.

Per il resto, tante persone vicine, mi hanno emozionata, coccolata, fatta sorridere, incoraggiata.

Laura ed altri mi hanno detto più o meno che se si seminano rose, non crescono poi rovi.

Io penso che ciò che seminano fa una parte, ma ciò che si raccoglie non è più solo merito nostro, ma diventa nostro e degli altri.
Quasi come se si moltiplicasse a prescindere da noi, perché quello diventa il frutto nostro e di altri.

In questi giorni ho scoperto che l'affido può generare cose inimmaginabili, che vanno oltre l'amore per un figlio non tuo, ma che supera anche i confini del patto formale, e vaga per l'universo generando affetto.

In questi giorni di malattia ho scoperto che sono ricca sfondata di gente che mi ha regalato tempo, sorrisi, pensieri, preghiere, vita, e senza avere nulla in cambio, solo per me.

La fragilità della malattia ha generato momenti di amore potenti.
Così come spesso è la difficoltà a darti lo slancio per vivere più pienamente la tua vita.

Ognuno di noi c'è passato e nessuno è indenne dalla debolezza e dalla possibilità di rinascere da quelle fragili macerie.

Sembra il sermone di un santone newage, quello che ho scritto.

Ma ciò che vivo di teorico non ha nulla, è tutto concretezza, è tutto sentito sulla pelle, compreso il calore dietro ad ogni gesto di sollievo e sostegno che ricevo.

Non so cosa mi aspetta nella vita, ma so che gli amici sono uno dei doni più grandi che si possa avere e che non hanno regole per vivere, a guidarli è solo affetto ed un disegno inspiegabile del perché si è tanto fortunati ad averli nella propria vita.

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