8 novembre sera

In ospedale scorre il tempo e tu non pianifichi nulla se non gli orari delle terapie e dei pasti.

In realtà questo scandire il tempo genera sicurezza.
Ma tutto il resto è attesa di qualcosa: di migliorare, di un esame, del medico, delle visite.

Fuori dall'ospedale l'attesa sembra quasi una bestemmia alla vita.
Fuori di qui non si aspetta più nulla, persino le informazioni le cerchi immediatamente in internet, senza aspettare, senza quasi più desiderare, senza sforzo.

Il tempo scorre comunque, sia che lo rincorriamo, sia che aspettiamo.
Servono un po' entrambe le cose credo.

Ma per la mia mente è stato uno shock ritrovarmi da una vita dove conti i minuti per arrivare un tempo a tutto, ad una vita qui dove il tempo lo devi riempire con qualcosa.

È davvero uno shock mentale.

Ma possibile che non ci possa essere un equilibrio?

È possibile accettare che lo stress condizioni la nostra vita fino a quasi rubarcela?

Possibile che la mia vita o sia fatta di frenesia assurda, a volte da fiato trattenuto, e non possa contemplare scelte di tempo lento?

Chi di noi ha tenuto in braccio un bambino per cullarlo, sa l'importanza di quel tempo "vuoto da attività", ma denso di presenza, emozioni, affetto...

Eppure è un tempo che sembra vuoto.

In questi giorni alcuni amici sono venuti a trovarmi. Ognuno nelle proprie possibilità.

Hanno scelto di usare un po' di tempo già pieno per essere qui, per essere "presenza", con tutti i sacrifici del caso.
(ringrazio chi è venuto, chi non può venire, chi verrà, chi ho chiesto di non passare perché ero stanca o eravamo già in troppi).

Quante volte non scegliamo di essere "presenza" per correre dietro al tempo?

Se penso a quanto correre faccio per il lavoro, che mi mangia vita, ai sensi di colpa di quando devo far spostare o delegare la partecipazione ad una riunione, perché vado a prendere la piccola in affido...

Se penso a quanto non penso al lavoro e alla fretta quando la piccola cerca di vivere il famoso "tempo vuoto" con me.

Siamo ciò che scegliamo di essere, ma a volte siamo abituati a non scegliere ma a farci trascinare dalla corrente delle attività. Alla fine anche non scegliere è una scelta.

Oggi non ho immagini.
Ho solo tanti grazie per chi ha scelto di regalarmi "presenza" con un messaggio, la visita, una telefonata ed una battuta.



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